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« Il circo di Tati »

« Il circo di Tati »

Giovedì 3 Febbraio 2011 ore 18.30
Jour de fête 1947
con : Jacques Tati, Guy Decomble, Paul Frankeur, Santa Relli

A Sainte Sévère, piccolo centro rurale francese, si allestisce la sagra annuale. Tra le varie “attrazioni”, c’è anche quella di un cinematografo ambulante e François, il postino, complice qualche bicchiere di troppo, si esalta davanti ai prodigi mostrati da un documentario sul servizio postale statunitense. Così, nel suo piccolo, cerca di emulare i “collleghi” d’oltreoceano, con risultati catastrofici.

Giovedì 10 Febbraio 2011 ore 18.30
Les vacances de M.Hulot 1953
con : Jacques Tati, Nathalie Pascaud Louis Perrault, Michèle Rolla

Monsieur Hulot, a bordo del suo scoppiettante macinino, arriva in un villaggio balneare della costa bretone per trascorrere le sue vacanze in una pensione. Non essendoci una trama vera e propria, il film si svolge tra piccole gags in cui sono coinvolti i personaggi che popolano la spiaggia e la pensione: francesi, americani, giovani, anziani, bambini e camerieri. Hulot, con la sua mimica un po’ goffa, i suoi pantaloni dall’orlo troppo corto, il suo cappelluccio e la sua pipa, borbotta in un linguaggio buffo.

Giovedì’17 Febbraio 2011 ore 18.30
Mon oncle 1958
con : Jacques Tati, Jean-Pierre Zola Adrienne Servantie, Lucien Frégis

Il signor Arpel è il perfetto borghese. La sua esistenza ordinata sarebbe ammissibile se gli lasciasse la possibilità di abbandonare i problemi connessi con la sua attività d per dedicarsi a quelli creati dalla vitalità del figlio. Lo zio Hulot è differente dai coniugi Arpel: vive con semplicità. Quando viene a cercare Gérard il piccolo è felice perché sa che lo farà uscire dalla monotonia della sua vita dove tutto è previsto.

Giovedi’ 24 Febbraio 2011 ore 18.30
Playtime 1967
con : Jacques Tati, Barbara Dennek, Jack Gautier, Henri Piccoli, Léon Doyen

Monsieur Hulot e un gruppo di turisti americani tentano di visitare una Parigi futuristica caratterizzata da linee nette, vetrate moderne, imponenti palazzi d’acciaio e freddi, artificiosi arredamenti. In questo ambiente, solo l’irrefrenabile anticonformismo della natura umana e una certa nostalgia per i bei tempi andati possono dare un soffio vitale a un altrimenti sterile stile di vita urbano.